martedì 27 marzo 2007


(a cura di F.Giuliari)

Dare vita ad una associazione politica significhi almeno due cose:

  • ritenere che le esigenze del Paese, o di una parte dello stesso, non siano ben rappresentate dai partiti politici esistenti;
  • che non sia ipotizzabile la nascita di un nuovo partito, strumento più efficace di azione politica.

In effetti la situazione, da parecchio tempo, è proprio questa.

  • molta gente è insoddisfatta dell'attuale politica, sia per l'azione che i governi propongono(alquanto confusa e mediata tra posizioni del tutto eterogenee) sia per il modo in cui ildibattito politico si sviluppa, troppo acceso e conflittuale e nel contempo autoreferenziale;
  • non vi sono le condizioni, parte per la disaffezione che la politica ha prodotto nella gente, parte per la gia eccessiva frammentazione partitica proprio al centro, per dare vita ad unnuovo partito di centro o ad una nuova proposta elettorale.

Nella vita politica sono già presenti soggetti. politici collettivi di centro aventi prospettive di
vita a tempo indeterminato:

  • partiti con una visione ampia della società e obiettivi di carattere generale, che si contendono il potere nelle istituzioni, attraverso la presenza nelle competizioni elettorali;
  • movimenti originati dall'attenzione a temi particolari, aventi obiettivi specifici, capaci di interlocuzione con i partiti o direttamente con l'elettorato,

Una associazione politica consente di guardare per intero alle questioni della politica senza dover per forza contendere il potere ad altri e potendo in questo modo rimanere più
facilmente un mezzo per fare politica, invece che un fine.

Per associazione politica di centro si intende una associazione che avendo un programma
politico e uno statuto associativo, segue i seguenti criteri di comportamento:

  • L'associazione ammette anche persone già iscritte a partiti o movimenti di centro;
  • l'associazione determina le proprie attività e i propri comportamenti, compresa la eventuale presenza in competizioni elettorali, in modo democratico come previsto dallo statuto;
  • i comportamenti politici dei propri associati, purché non coinvolgenti il nome dell'associazione, sono assolutamente liberi e non soggetti ad alcuna limitazione di tipo disciplinare;
  • le persone eventualmente elette o nominate su mandato dell'associazione possono definirsi come appartenenti alla associazione. solo fintantoché ne seguono le indicazioni politiche; analogamente avverrà anche per altre persone che, elette o nominate in altro modo chiedano di far parte dell'associazione.

L'associazione a cui penso non ha confini territoriali, né ambiti di interesse particolare, ma
nasce oggettivamente a Vicenza e nel Veneto, nel quale più probabilmente finirà per operare.

Gli obiettivi che si propone riguardano sia la formazione politica, sia l'azione politica; e,per quanto riguarda l'azione, si riferisce sia ad aspetti istituzionali da molti anni ormai al centro dell'attenzione perché gravati da una alternanza che stenta a diventare quella naturale e non traumatica dei sistemi maggioritari, sia a quelli di natura più propriamente politica.

Su ogni altro aspetto prevale, fra i fini dell'associazione, la volontà di liberare le maggioranze di governo dal peso dei ricatti delle ali estreme degli schieramenti, rappresentate da coloro che si richiamano al comunismo e al fascismo o che esprimono
obiettivi razzisti o separatisti.

Per quanto riguarda le questioni politiche preminenti appaiono i seguenti convincimenti:

  • la politica internazionale del nostro Paese deve avere due chiari cardini: la ricerca di un nuovo ordine internazionale capace di efficacia nelle situazioni di conflitto e sui temi dell'alimentazione, della salute, dell'ambiente, dell'energia e della ricerca e, nel frattempo, la chiara collocazione nell'ambito dell'atlantismo, Pur nella ricerca di una posizionecomune in ambito europeo;
  • la definizione degli ambiti di intervento di stato, regioni, province e comuni deve essere chiara ed evitare per quanto possibile la concertazione che spesso impedisce di coniugare poteri e responsabilità; i comuni che sono la cellula base dell'organizzazione della Repubblica, avendo le stesse funzioni e gli stessi poteri devono avere dimensioni territoriali e di popolazione adeguate alle funzioni stesse;
  • moltissime delle norme esistenti in quasi tutti i campi (fiscale, ambientale, della circolazione nelle strade, nella produzione e nel commercio, nell'edilizia, nella presenza di cittadini stranieri, nel campo del penale, ecc.) sono di fatto largamente disattese; è indispensabile potenziare e rendere più efficaci gli strumenti di prevenzione e di repressione, nonché l'apparato giudiziario, per arrivare a garantire l'osservanza delle leggi la convenienza alla loro osservanza, in carente presenza di una cultura della legalità;
  • per rendere più chiaro il rapporto fra chi amministra e chi e amministrato occorre consentire maggiori poteri a chi ha la responsabilità di amministrare, riducendo gli automatismi di legge in tantissimi campi a partire da 9uelli in cui più trasparente è l'esercizio delle funzioni e più efficace il sistema dei controlli;
  • occorre ridurre i costi della politica, che sono stati ampliati a dismisura negli ultimi anni; Indennità, spese di rappresentanza, viaggi, convegni, consulenze, commissioni varie devono essere riconsiderati, perché se è vero che l'attività politica non può essere riservata di fatto ai più abbienti, nemmeno però deve avere la prevalente funzione di far arricchire;
  • si deve contrastare la tendenza a ritenere ogni intervento legislativo nei campi delicati che interpellano l'etica come qualcosa di improprio; la cosa inaccettabile consiste proprio nel pensare che in questi campi non si debba legiferare; è incredibile che ci accetti scontatamente che lo stato possa impedire di fumare anche dove altri sono consenzienti, ma non possa limitare, ad esempio, la selezione eugenetica;
  • ogni attenzione va posta a promuovere, tutelare, rendere protagonista nella società la famiglia; non significa soltanto migliorare la sua condizione economica (argomento comunque non secondario), ma significa anche costruire i quartieri in maniera diversa, sostenere la maternità e l'infanzia in modo coordinato e completo, gestire lo spazio scuola in modo più marcatamente educativo, intervenire con decisione sui tempi di svago (discoteche); favorire l'inserimento dell'azione dei genitori in una comunità protesa all'educazione dei suoi giovani cittadini;
  • occorre rivedere il welfare; vanno tutelate assolutamente le pensioni e i diritti acquisiti laddove consentono un tenore di vita dignitoso; ma dove pensioni e diritti acquisiti sono di scandalo per la comunità devono essere riprogrammati senza timore.


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